Intervento del segretario nazionale Umberto Costi sul salario minimo e in ricordo del presidente e nostro fondatore Giuseppe Saragat, a 34 anni dalla sua scomparsa.
La globalizzazione incontrollata e la crisi economica e finanziaria, accentuate dall’aggressione russa all’Ucraina e dalle sanzioni che il mondo occidentale ha adottato nei confronti della Federazione guidata da Putin (ultimo spread registrato a 230 punti base e rendimento dei titoli di stato in rialzo), hanno generato la proliferazione di lavori a scarsa specializzazione e a bassa-insufficiente retribuzione. A tal proposito si rileggano gli articoli 36 e 37 della nostra Costituzione.
Negli ultimi anni i contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) sono aumentati in modo esagerato e ci fanno sospettare, ché sospettosi non lo siamo di natura, che associazioni di lavoratori vengano partorite ad hoc con il “benestare” di alcune aziende, al fine di concordare bassi salari e orari di lavoro talvolta schiavizzanti. Non vogliamo assolutamente e ovviamente generalizzare. Ci sono molte aziende, infatti, che fanno sacrifici enormi per sopravvivere, anche perché l’elevata tassazione, spesso vessatoria, non le aiuta.
Il problema del salario minimo è complesso e risolverlo non è facile. In Italia non c’è. La garanzia dovrebbero fornirla i Ccnl, ma abbiamo visto che spesso così non è (si pensi ai “rider”). Ci fanno compagnia, in Europa, nazioni come Austria, Danimarca, Finlandia, Svezia. Ma questi paesi sono dotati di meccanismi di controllo sulla contrattazione collettiva sicuramente più efficienti. Aggiungo che nelle nazioni suddette la Socialdemocrazia è stata quasi ininterrottamente al governo!! Sarà un caso? Assolutamente no!
Concludendo, io sono d’accordo con il salario minimo, non per legge in questa fase, ma con tutele che riguardino anche le piccole e medie imprese, al fine di non metterle in condizione di chiudere o licenziare.
Ho già detto e lo ripeto (scatenando forse qualche reazione, che comunque è benvenuta): dobbiamo aspirare a una redistribuzione della ricchezza prodotta, se vogliamo evitare il tracollo sociale e quello delle future generazioni. Ma questo può farlo solo una visione socialdemocratica della società. In Italia però, care compagne e cari compagni, di socialista democratico c’è unicamente il nostro Partito, Sd.
UMBERTO COSTI
P.S.: oggi ricorre la scomparsa del nostro Padre fondatore, Giuseppe Saragat. Un vuoto politico, morale, mai colmato. Nessuno più come Lui! Nel pomeriggio mi sono recato con il compagno Claudio Maria Ricozzi ed altri a rendere omaggio al grande socialista e costituente, scomparso l’11 giugno del 1988, che riposa presso il Cimitero del Verano a Roma.