Alla luce di alcune iniziative da parte di chi si spaccia per rappresentante della comunità dei socialisti democratici, il Partito ha inviato agli organi di stampa una nota, a cui si spera venga accordata la stessa rilevanza delle recenti notizie riguardanti sigle e simboli validi quanto un tallero bucato. Buon Ferragosto a tutte le compagne e a tutti i compagni, con l’esortazione a tenere gli occhi aperti.
Alla conclusione delle operazioni di deposito dei contrassegni presso il ministero dell’Interno, i Socialdemocratici esprimono la loro soddisfazione per aver completato le operazioni idonee a riportare il simbolo del Sole nascente nell’agone politico. Il partito, che ha per segretario nazionale Umberto Costi, schiera infatti il solo emblema, tra i tanti presentati, che riporta con coerenza la scritta “Socialdemocrazia” e rappresenta esplicitamente la continuità del partito fondato nel 1947 da Giuseppe Saragat. I Socialdemocratici, saldamente collocati in una posizione di sinistra riformista, parteciperanno alle prossime elezioni, politiche e regionali, con l’ambizione di essere parte attiva di un’alleanza che faccia da argine ad ogni forma di populismo, sovranismo ed antieuropeismo. Di certo, a dispetto di notizie di stampa riguardanti «una non meglio precisata associazione», non sono e non saranno alleati con la formazione politica di Luigi Di Maio. Come sottolineano in una nota il segretario organizzativo Claudio Maria Ricozzi ed il responsabile per la comunicazione del partito Antonio Matasso, «probabilmente, allo stesso modo in cui il ministro degli Esteri ha scambiato tempo fa un paese per un altro, oggi ha confuso per la vera Socialdemocrazia un’associazione costituita all’ultimo momento da un esiguo numero di persone, giocando peraltro sugli acronimi e senza aver depositato alcun simbolo elettorale, semplicemente perché i soci di quel sodalizio non possono farlo». Ricozzi e Matasso sottolineano infine che nel partito milita la maggioranza di coloro i quali sono rimasti socialdemocratici negli ultimi venticinque anni, unitamente ad alcuni che hanno militato anche nel Psi, ricevendo lettere accorate da persone molto vicine al presidente Saragat, con apprezzamenti per «chi ha presentato il simbolo del Sole nascente al Viminale, mantenendolo nel tradizionale alveo della sinistra». Nello scorso. mese di maggio, in concomitanza con la riorganizzazione dei Socialdemocratici, altre due iniziative di frangia si erano mosse nello stesso campo: quella dell’associazione culturale “Proposta Socialista Democratica Innovativa” alleata con Di Maio e presieduta da Mario Calí, nonché un’altra legata alla pretesa dell’ex segretario Carlo Vizzini di recuperare il vecchio simbolo, da un soggetto che i Socialdemocratici ritengono non titolato a detenerlo. La scelta dei socialisti democratici saragattiani è stata dunque quella di aggiornare lo storico simbolo e lo statuto per arrivare al 13 agosto a depositare il contrassegno, con l’approvazione della maggioranza della comunità umana e politica legata a Giuseppe Saragat. Un gruppo che «in questi anni, al contrario di qualche ex socialdemocratico, non è andato in giro a destra e a manca in cerca di lidi più comodi».